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Banca dati IMI

sito INTERNATI MILITARI PIACENTINI

Ultimo aggiornamento: 5 novembre 2025, 08:44

Rendiamo noto l’importante progetto finalizzato a raccontare l’esperienza degli Internati militari nati in provincia di Piacenza o qui residenti al momento del rimpatrio nel dopoguerra. (progetto curato da ISREC di Piacenza, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura e finanziato dall’Unione Europea nell’ambito del Progetto NGEU – Next Generation EU con i fondi del PNRR

E' stato creato un apposito Portale web "INTERNATI MILITARI PIACENTINI" raggiungibile al seguente link https://www.internatimilitaripiacentini.it/ 

Attraverso l’analisi di fonti bibliografiche ed archivistichevideointerviste di storicitestimonianze dirette ed indirette , si evince la complessità di una deportazione che ha interessato anche il piacentino, segnando la storia di molte famiglie anche del nostro territorio.

Nella sezione RICERCA https://www.internatimilitaripiacentini.it/ricerca-imi/ è possibile trovare la scheda di familiari, parenti o amici che purtroppo hanno subito questo destino.

 Il portale è costantemente aggiornato con nuovi contenuti derivati dai progressi delle ricerche oltre che dagli esiti della campagna di raccolta di documentazione presso le famiglie degli internati.

Se avete familiari IMI da segnale che non sono ancora presenti in archivio o notizie sull’argomento vi preghiamo di contattare la dott.ssa Lorella Negrati mail: lnegrati@comune.rottofreno.pc.it tel. 0523 780354

Chi sono gli IMI (Internati Militari Italiani)

Gli IMI sono gli Internati Militari Italiani, militari del Regio esercito italiano rastrellati, catturati e reclusi in campi di prigionia dalle truppe naziste dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943.
La maggior parte di essi rifiutò categoricamente di arruolarsi nelle truppe della Repubblica Sociale Italiana o di collaborare con i nazisti, quindi invece di essere trattati come prigionieri di guerra, furono classificati come "internati" per privarli dei diritti garantiti dalla Convenzione di Ginevra e costringerli a lavorare per la Germania nazista.
Furono classificati e schedati come IMI (Internati Militari Italiani), insieme a circa 650.000 connazionali e vennero deportati nei campi di lavoro del Terzo Reich, diventando lavoratori coatti.
Costretti a lavori pesantissimi vivevano in condizioni disumane, caratterizzate da fame, malattie e maltrattamenti.
Vennero declassificati a "lavoratori civili" nel 1944, ma molti continuarono a rifiutare la collaborazione.
La loro storia fu a lungo dimenticata e solo negli anni '80 iniziò un processo di riconoscimento della loro esperienza.


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